UNA GIUSTIZIA CHE NON VEDE E NON SENTE NON HA VOCE.
2 ottobre 2009: Stefano Cucchi muore, dopo una settimana dall'arresto, nell'ala detenuti dell'ospedale, in isolamento da giorni. Per la corte di assise di appello di Roma muore, ma, in riforma della sentenza di primo grado -già criticabile e lacunosa sotto diversi profili- non ci sono colpevoli, nessuno é stato. I segni di un pestaggio, seppur presenti, non sono univocamente riconducibili agli agenti di polizia penitenziaria, né sono state riscontrate responsabilità nel comportamento dei sanitari dell'Ospedale Sandro Pertini, dove Cucchi morirà dopo sei giorni di custodia cautelare. Stefano Cucchi era un ragazzo in buona salute, tratto in arresto per possesso di stupefacenti, che è stato ritrovato morto dopo sei giorni di "custodia" dello Stato. Una giustizia che non sente e non vede è una giustizia senza voce. Tutti possiamo essere Cucchi.
Scatta con Instagram un primo piano del tuo volto imbavagliato oppure bendato oppure con le orecchie coperte e aggiungi il tag #iosonocucchi e la foto andrà a comporre la "parete del dissenso" all'interno del sito iosonoCucchi.it.
(Nelle foto sotto riportate: l'anno scorso con iosonoCucchi.it il tappeto di fotografie del dissenso durante il Festival delle Letterature dell' Adriatico 2013)